RESILIENZA: QUANDO LA DISABILITÁ SI VESTE DI FORZA 

resilienza: quando la disabilità si veste di forza

Quando si ha a che fare con una disabilità, indipendentemente dalla gravità della stessa che spesso è vissuta in maniera molto soggettiva oltre alla reale difficoltà provata, si tende a vedere come insormontabili i limiti dovuti alla propria condizione.  

Lo sguardo verso il mondo che ci circonda diventa acuto e sensibile a tutto ciò che può potenzialmente creare un problema gestionale alla propria disabilità o a quella dei propri cari. 

La percezione delle barriere architettoniche e sociali viene amplificata dalla nostra acquisita capacità di analisi. La nostra empatia si espande per comprendere la difficoltà altrui laddove non sia vissuta in prima persona.  

Subentrano sentimenti di tristezza, ansia, depressione nel prendere coscienza del proprio stato o di quello di un proprio caro.  

Tutto ciò è lecito e plausibile.  

Ma arriva un momento in cui l’autocommiserazione, per quanto giustificabile, sia da accantonare per fare spazio alla resilienza.  

Scientificamente la resilienza è la capacità dei metalli di tornare allo stato originario dopo aver subito una deformazione. 

In natura, la resilienza rappresenta la capacità di affrontare le avversità e le situazione di disagio senza farsi abbattere.  

Un ciuffo d’erba riesce a crescere anche in mezzo al cemento, perchè la natura è maestra di resilienza. 

In mezzo alle avversità più grandi non bisogna mai dimenticarsi della propria forza interiore, del proprio coraggio, del proprio valore e della propria dignità.  

In un mondo che ancora non è a misura di diversamente abile, le barriere e le difficoltà sociali sono molteplici, ma questo non deve abbatterci, anzi deve spronarci ad impegnarci per migliorare la nostra qualità di vita e quella degli altri.

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